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Continua l’impegno contro la violenza di cui sono ancora troppo spesso oggetto le donne, in una società sempre più esasperata, individualista e sempre meno educata al rispetto dell’altro/dell’altra come persona.
Su questo tema avevamo dedicato una forte attenzione nello “speciale 8 marzo” dello scorso anno (vedi n.7).
Quest’anno vogliamo mettere al centro della nostra riflessione il diritto delle donne al lavoro, compresa la possibilità di progredire nelle responsabilità e nei ruoli aziendali, e alla famiglia, i cui carichi devono poter essere alleggeriti mediante un “welfare dedicato”, sia pubblico che “privato collettivo”.
A questo proposito riteniamo ci sia una forte responsabilità delle parti sociali per contribuire a mettere le lavoratrici nelle condizioni di poter competere e fare carriera.
Ad oggi chi ha un carico familiare ha il freno a mano tirato, un po’ per la mentalità delle aziende che ritengono che le lavoratrici con un figlio piccolo non siano più in grado di dedicarsi al lavoro come prima, un po’ perchè mancano misure di conciliazione o di welfare aziendale/contrattuale che aiutino queste donne a districarsi meglio e meno faticosamente tra i due compiti.
Il welfare contrattuale, costruito a partire da una raccolta di bisogni reali delle persone, può aiutare a tenere le donne dentro il processo produttivo. Negli anni passati abbiamo contrattualmente ottenuto aspettative (talvolta non retribuite), che però ponevano le donne fuori dal luogo di lavoro, oggi dobbiamo cambiare passo, dobbiamo studiare con le aziende misure inclusive, per sollevare le donne da alcuni compiti di assistenza famigliare affinchè possano lavorare con la tranquillità di sapere che i loro bisogni famigliari verranno soddisfatti da personale competente.
Inoltre si deve continuare ad investire nella formazione continua e a distanza per assecondare il desiderio delle donne di migliorarsi e migliorare la propria capacità lavorativa in azienda cosicché possano sviluppare i molti talenti che possiedono e conoscere il proprio valore per evitare di venire sottovalutate dalle imprese o sfruttate senza alcun riconoscimento.
Un 8 marzo inclusivo di talenti, di lavoro, di famiglia, di persone e perchè no, di soddisfazioni!

Ivana Veronese
Responsabile politiche di genere Uiltucs Nazionale

“Conosco molto bene una donna che quando torna a casa da lavoro fa una breve pausa. Prima di entrare in casa, si prende un attimo di tempo per pensare alla sua famiglia. Visualizza il tipo di mondo che desidera creare con i suoi familiari. Poi, apre la porta e lo fa diventare realtà.”
Stephen R. Covery

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