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di Antonio Vargiu

Nei numeri scorsi abbiamo parlato dei “laboratori di poesia”, creati in Nicaragua da Ernesto Cardenal in ambienti popolari e, in particolare, in diversi ospedali pediatrici. Abbiamo riportato il servizio molto bello fatto dal giornalista del “Messaggero di S.Antonio” all’ospedale di Managua, La Mascote. Abbiamo visto il profondo collegamento con importanti personaggi del mondo medico ed artistico italiano.

In questo articolo vi daremo conto del rilancio -in grande stile- dell’iniziativa in Italia.

Per questo ci serviamo dell’appassionato e preciso servizio, comparso su “La Stampa” l’11 novembre del 2014, della giornalista Sara Ricotta Voza (le citazioni tra virgolette sono tratte dal suo articolo -ndr).

I “laboratori di poesia”  

L’occasione è stata la presentazione del progetto fatta a Milano: l’obiettivo portare i “laboratori” negli ospedali pediatrici e nelle case di riposo.

Nella promozione dell’iniziativa ritroviamo tutti i personaggi di cui abbiamo già parlato nella presentazione dei “laboratori di poesia”.

In Italia la figura-chiave è Giuseppe Masera, oggi in pensione ma per tanti anni direttore della Clinica pediatrica dell’Università Milano Bicocca San Gerardo di Monza. Lo abbiamo visto in Nicaragua in rapporto con Ernest Cardenal.

giuseppe-masera

                                                                Il professore Giuseppe Masera

“Il sacerdote-poeta nicaraguense negli anni Ottanta era diventato ministro della cultura del nuovo governo sandinista e aveva avviato un programma di lotta all’analfabetismo e realizzato laboratori di poesia aperti a tutti i cittadini (militari, pescatori, contadini). L’esperimento funziona e anni dopo, nel 2004, sarà proprio il medico italiano a chiedere a Cardenal di portare i suoi «Talleres» fra i bambini malati di cancro dell’ospedale La Mascota di Managua (con cui il San Gerardo di Monza aveva istituito un gemellaggio). Nel 2009 prenderà avvio un’esperienza analoga anche al San Gerardo, da cui è nata la raccolta di poesie pubblicata da Rizzoli «I sogni son come conchiglie»”. 

 

Il progetto più ampio  

“Quello presentato l’altra sera, però, è un progetto più ampio che partirà a Monza e Milano e arriverà anche a Genova, Bologna, Roma, Matera, Catanzaro e altre città. «Il nostro metodo di lavoro sarà preso in prestito dai Talleres di Cardenal», si legge nel Manifesto dei Poeti FuoriStrada, «per lui in ciascun essere umano esiste un poeta potenziale in grado di esprimersi senza necessariamente seguire i canoni della poesia tradizionale ma servendosi del verso Libero. Una poesia obiettiva, narrativa e aneddotica, fatta con gli elementi del mondo reale e con cose concrete». 

«Todo es poesìa», scriveva uno dei bambini di Cardenal, malato di cancro a 7 anni; è poesia anche se in un verso ci finisce la parola «vomito» e in un altro «diarrea», perché è la vita, nella fase meno bella e forse anche ultima, ma che grazie alla poesia diventa più umana e sopportabile.  

Questo viene anche misurato “scientificamente”: “È lecito aspettarsi un valore terapeutico dallo scrivere in poesia” spiega Giuseppe Masera “è importante dimostrare che funzioni, registrare il quid di benessere che nei pazienti deriva dal riflettere, dall’esprimersi e dall’essere ascoltati”.  

Il manifesto dei Poeti fuori Strada

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Questo poeti si schierano con il progetto e si impegnano a prestare la propria opera di “facilitatori” della creazione poetica, aiutando le persone in situazioni di fragilità a esprimersi attraverso il verso libero. Il loro “manifesto” può trovare una sintesi in alcuni versi di Cardenal, tratti dal suo ultimo poema:

E cominciò la vita; cominciò la libertà

fino ad arrivare noi, il linguaggio della terra.

E chiamammo roccia la roccia e il pioppo pioppo.

Essendo noi la materia che si guarda.

Ma siamo un osservatore dell’universo per puro incidente

o l’intero universo è un’evoluzione verso un osservatore?

Ernesto Cardenal, Cantico cosmico

“Per tutti, l’impegno della gratuità e della costanza, perché «ai bambini – ricorda Masera – si può dare buca solo col certificato di morte!» La ricompensa sta nel privilegio di aver vissuto un’esperienza preziosa che Cardenal così riassume: «Io non aspetto il Giorno del Giudizio Finale con particolare ottimismo ma prevedo che una delle poche cose positive che mi verrà detta sarà: io ero un bambino malato di cancro e tu mi hai insegnato a far poesia»”.  

Un’antologia di poesie create da un “laboratorio” italiano.

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Gli autori di queste poesie, che qui presentiamo, sono i bambini del reparto di ematologia pediatrica dell’ospedale San Gerardo di Monza. L’antologia è stata pubblicata con il titolo I miei sogni son come conchiglie. Poesie di bambini e ragazzi”, dalla BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, 2011. E’ il prodotto dell’esperienza fatta al S. Gerardo, la prima in Italia. 

 

I miei sogni

I miei sogni son come conchiglie della forma

delle mie pastiglie abbandonate sulla riva

prive di vita.
Più in là, vicino ai fossi dei granchi rossi che la

gente ammira mentre li sente parlare e poi si

ispira.
Son granchi parlanti!
Ancora più in là, in mezzo al mio mare ci sono

gli scogli come alberi spogli.
Sono di color grigio perla sfumati d’argento e

portati via dal vento.

Luca, anni 13

 

La magia dei quattro elementi

È appena primavera!
Percorro un sentiero nel bosco alla ricerca di

un luogo di armonia e natura dove poter

continuare il mio viaggio spirituale dentro e

fuori di me nel più profondo di me, fino al mio

interiore.
Eccolo, l’ho trovato!
È un luogo incantevole che racchiude in sé

tutti gli elementi.
C’è ARIA intorno a me aria fresca, aria libera,

delicata che mi avvolge col suo velo invisibile e

mi dà tranquillità.
C’è ACQUA intorno a me acqua di ruscello che

scorre. E’ una dolce melodia di suoni è

un’antica ninna nanna dove io mi lascio

cullare.
C’è TERRA intorno a me c’è terra che mi parla,

c’è terra che mi nutre. Ho bisogno di lei, del

suo calore.
C’è FUOCO dentro di me c’è il fuoco della mia

energia che mi dà forza e potere. Vorrei

avvolgere il mondo con il mio sorriso vorrei

fare del Bene.

Paolo, anni 16

 

Axel

Ho conosciuto il silenzio di questa stanza dove

ho incontrato i miei pensieri che sono andati

sempre al mio caro Axel.
Axel è un grosso pastore tedesco. Oh, se lo

avessi con me lo accarezzerei!
E mentre lui si sdraia e tira su le zampe io

gli direi:
“Axel portami via con te portami a Soverato,

portami al mio mare tuffiamoci nelle sue

acque blu come d’estate.”
E i miei ricordi vanno alle nostre corse sulla

spiaggia mentre Axel mi rincorre schizzando

dappertutto l’acqua del mio mare del mio

mare di Soverato.

Alessandra, 13 anni

 

Il mio nemico Bactrim

 

C’era una volta una tranquilla e allegra

famiglia che abitava sulle rive di un fiume in

un dolce paese.
Ma un bel giorno il cucciolo di famiglia si

ammalò e dovette andare in ospedale.
In questo ospedale c’erano belle suite bravi

dottori, dolci infermiere e un cibo insolito e

monotono.
Purtroppo arrivò sabato il giorno malefico del

Bactrim”. In vari modi l’ho provato ma

sempre vomitato.
Orribile!
Dopo tanti svariati tentativi all’ultima

possibilità eccola la via giusta: Nutella e

Bactrim.
Una bella coppia come gusti che ne dite?
Ma finalmente, dopo tante settimane, la terapia

finì e con quella anche la brutta compagnia

del Bactrim.
Sapete che fine ha fatto il Bactrim? È volato

giù dalla finestra.
Che gioia!

Daniele, anni 8

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