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Non siamo soliti commentare nel nostro sito, nemmeno in questa parte dedicata alle “prospettive sindacali”, vicende o situazioni di attualità politica, che si prestano ad una varietà di opinioni e che difficilmente riescono ad essere oggetto di una approfondita discussione.

Del resto c’è, oramai, una comune consapevolezza che i lavoratori, in politica, fanno scelte che spesso prescindono dalla loro appartenenza a questo o a quel sindacato.

Ma non possiamo rimanere indifferenti al commento fatto dal presidente del consiglio a proposito delle recenti elezioni tenutesi in Spagna, che hanno visto degli esiti non sorprendenti (viste le attese dei sondaggi), ma che hanno visto l’ “irruzione“ sulla scena politica di due partiti nuovi e, per molti versi, “antisistema” accanto alla maggioranza relativa ottenuta dal conservatore Rajoy (partito popolare, 29%), seguito a distanza dal partito socialista (22%).

Due dichiarazioni di Renzi.

La prima: È la Spagna di oggi, ma sembra l’Italia di ieri. Di ieri perchè ora abbiamo cancellato ogni balletto post-elettorale. Sia benedetto l’Italicum, davvero: ci sarà un vincitore chiaro. E una maggioranza in grado di governare. Stabilità, buon senso, certezze. Punto“(Corriere on line 21 dicembre 2015).

Naturalmente nessun riferimento a Podemos (20%) e a Ciudadanos(14%), che hanno conquistato un rilevante numero di seggi.

Facciamo un primo bilancio: l’elettorato spagnolo si divide in quattro partiti, che esprimono non solo opinioni, ma anche interessi fortemente contrastanti tra loro, tanto che sembra impossibile, almeno per il momento, arrivare ad un governo di coalizione.

E’ chiaro che bisogna operare mediazioni per far sì che si formino coalizioni in grado di operare in una situazione economica e sociale difficile come quella attuale.

Qual’è, invece, la proposta dell’Italicum (1)? Semplice: chi arriva primo -sia pure in due turni- è l’ “asso pigliatutto”, a prescindere dal numero dei votanti e delle percentuali ottenute, a prescindere dagli interessi colpiti o sostenuti.

In pratica, conoscendo i perversi meccanismi messi in atto da chi ha interesse a far crescere la disaffezione alla politica (oltre ovviamente agli stessi politici, molti dei quali -ma non tutti!- fortemente impegnati in questa impresa), sarà una minoranza di cittadini che delegherà un “leader” a fare le scelte per tutto il paese.

Illuminante -questa volta sui contenuti- ci sembra un secondo commento di Renzi, che riferendosi al governo Rajoy, che abbiamo visto ancora primo ma senza maggioranza assoluta osserva: “Le elezioni spagnole sono molto interessanti. Come già accaduto in Grecia e in Portogallo i governi che applicano rigide misure di austerity accompagnate magari anche da risultati positivi di crescita (ma crescita jobless, cioè senza aumento dei posti di lavoro) sono destinati a perdere la maggioranza. La ricetta economica che è stata pensata in questi anni dall’Europa non aiuta i cittadini e paradossalmente punisce chi la esegue“.

Ma applicando il “benedetto” Italicum anche qui nessun problema: politiche economiche e sociali, certamente non particolarmente progressiste e che, quindi, non dovrebbero essere approvate da chi aderisce ad una “internazionale socialista”, avranno campo libero, anche se messe in atto da un partito estremamente minoritario: 29% degli elettori!

Il rischio Salvini

Sorge, quindi, spontanea una domanda.

A fronte delle attuali difficoltà, rese ancora più acute dalla “crisi degli immigrati”, con milioni di persone in fuga dalle guerre provocate dall’integralismo islamico;

a fronte del populismo di estrema destra, che sta risorgendo quasi ovunque –e ne è testimonianza il rinsaldarsi dell’ “asse Salvini – Le Pen”- è lecito –per la salvaguardia degli interessi democratici- giocare tutto, per così dire “in una sola mano”, assumendo l’atteggiamento attribuito all’autocratico Luigi XV con la frase “dopo di me il diluvio”?

Il gioco d’azzardo – come è noto- è agli antipodi di una politica democraticamente consapevole.

Le prospettive della Costituzione

Certamente diverse erano le prospettive di chi diede vita alla nostra Carta Costituzionale.

La preoccupazione costante è stata quella di non dare vita ad una semplice “democrazia liberale”, per meglio dire, formale: basta votare per dirsi e sentirsi democratici.

La preoccupazione, invece, è sempre stata quella di tendere ad una democrazia sostanziale: tutti i cittadini devono poter scegliere consapevolmente, quindi libertà e pluralismo dell’informazione, istruzione messa a disposizione di tutti a prescindere dalle loro disponibilità economiche, lavoro e retribuzione dignitosa ecc.

Questo non voleva dire ignorare i problemi legati all’espressione politica. Piuttosto si pensava di affiancare, ai tradizionali partiti politici, anche le “formazioni sociali e territoriali”, arrivando anche ad ipotizzare un Senato espressione della società, ma non certo come quello che si andrà a costruire adesso, se passerà il referendum confermativo, legato come sarà, a doppio filo, agli attuali partiti (magari diventerà l’ennesimo “cimitero degli elefanti”).

Tra i “padri” della nostra Costituzione vorrei fare una particolare menzione di Costantino Mortati, per la modernità della sua concezione teorica di “costituzione materiale”, da porre in continua dialettica con la Costituzione formale, per selezionare e recepire le istanze che continuamente emergono dalla società (adesso in rapida evoluzione)(2).

(1) I punti principali del nuovo sistema elettorale

Addio coalizioni – Il premio di maggioranza alla lista sancisce la fine definitiva dello schema basato sulle coalizioni, che ha funzionato negli ultimi vent’anni. Sarà la lista che arriva prima a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi (al primo o al secondo turno) e a governare da sola. La lista potrà essere formata anche da più partiti.

Capolista bloccato e preferenze – Nei 100 collegi i partiti che otterranno i voti necessari eleggeranno automaticamente il loro capolista, che è bloccato e, quindi, deciso dal partito di riferimento. A partire dal secondo eletto funzioneranno le preferenze: sarà possibile segnalare due nomi sulla scheda elettorale, con alternanza di genere.

Doppio turno – Se al primo turno la lista più votata supera il 40%, conquista 340 seggi, ovvero il 55% dei seggi e quindi una agevole maggioranza assoluta. Se nessun partito o lista dovesse raggiungere quota 40, si andrà al secondo turno tra i partiti più votati, chi vince conquista ugualmente 340 seggi. Gli altri partiti si spartiscono i restanti 290 seggi proporzionalmente ai voti conquistati.

Soglie di sbarramento – Al 3% per tutti i partiti.

Entrata in vigore – Come clausola per evitare un ritorno troppo anticipato alle urne, l’Italicum entrerà in vigore il primo luglio 2016 e si applicherà solo alla Camera dei deputati, dal momento che, nel frattempo, il Senato dovrebbe essere riformato in senso non elettivo e depotenziato.

(2) Rimandiamo alla Enciclopedia Treccani per una sintesi della sua vita e della sua opera.

Qui riportiamo alcuni brevi stralci di quanto scritto da Fulco Lanchester

“Costantino Mortati è considerato unanimemente uno dei più importanti costituzionalisti del nostro Novecento. Docente a Messina, Macerata, Napoli e Roma, partecipò ai lavori della Costituente e fu giudice costituzionale. Vero e proprio ‘classico’ del pensiero giuspubblicistico, il suo studio La Costituzione in senso materiale (1940) rappresenta ancora oggi un punto di riferimento obbligato, non solo per il cultore del diritto pubblico ma anche per il giurista tout court..

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Tra le sue ultime opere, due spiccano come esempi di un’attività valutativamente orientata. La prima esamina la figura del difensore civico (L’ombudsman, 1974), una delle garanzie offerte al cittadino contro le prevaricazioni dell’amministrazione. La seconda, Commento all’art. 1 della Costituzione (1975), fu pubblicata due anni prima della grave malattia che lo costrinse a ritirarsi da ogni attività; tratta della forma di Stato nel nostro ordinamento, e conferma e approfondisce le sue precedenti scelte politiche e metodologiche per il perseguimento di una democrazia partecipata…

La concezione di Mortati della Costituzione in senso materiale è stata riconfermata proprio in un momento in cui la crisi di riallineamento dei soggetti politicamente rilevanti persiste nell’ambito dell’ordinamento nazionale, e in cui le difficoltà a livello europeo evidenziano pericoli per lo stesso sistema democratico. Tale concezione  rimane quindi valida anche nell’ambito dello Stato costituzionale di diritto, ma abbisogna di una sfera territoriale in cui possa svolgersi la politicità attraverso soggetti giuridicamente determinati”.

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